martedì 29 gennaio 2008

Non viviamo nella societá dell'abbondanza, bensí nella societá della scarsezza.

L'economia capitalista di mercato ha bisogno di ampliarsi continuamente per poter sopravvivere e deve aumentare costantemente la produttivitá. Questo fa si che l'individuo sia esposto a una incessante offerta di beni di consumo che appaiono illimitati, una vetrina sfavillante di prodotti che ci vengono offerti senza sosta.

Ma la capacitá di acquisto di questi beni illimitati è invece molto limitata perché dipende dal nostro potere d'acquisto, cioé dal denaro che possediamo.

Quindi la sensazione che abbiamo in questo mondo capitalista è di perenne scarsezza, nel senso che non potremo mai ottenere ció che la societá ci offre e questo attiva un meccanismo perverso di frustrazone che ci spinge a produrre sempre di piu o a lavorare di piú per ottenere piú soldi e consumare per poter consumare il piú possibile e placare questa sensazione di scarsezza.

Al contrario, nelle societá con una produzione limitata di beni il sentimento è quello di un equilibrio necessario che provoca la sensazione di soddisfazione permanente.

Il paradosso è quindi che la logica della scarsezza governa la societá che si puó denominare "dell'abbondanza" mentre la logica dell'abbondanza governa una societá che si regge su una produzione limitata, una societá della scarsezza.

Marshal Sahlins, 1972.

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