giovedì 22 luglio 2010

"Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza"


Sono stata da poco a Sagres, un paesino sperduto del Portogallo vicino al Capo di San Vicente, l'ultima punta d'Europa prima dell'Oceano Atlantico.
Quando ero lí sulla scogliera a strapiombo ad osservare l'infinitá del mare di fronte a me, in un misto di paura e commozione, mi è venuta in mente questa frase della Divina Commedia, una frase forte e potente che Dante fa pronunciare ad Ulisse quando racconta di dover convincere i suoi compagni a viaggiare oltre lo stretto di Gibilterra, verso la fine del mondo conosciuto: "Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza". Eh, mica facile da mettere in pratica peró!
Pensavo anche a Cristoforo Colombo nel 1492 quando si lasció alle spalle Le Canarie e inizió una rischiosissima navigazione verso l'ignoto e combattendo anche con le superstizioni e le paure dei suoi marinai.
Navigare oltre la fine del mondo conosciuto. Che fascino ma anche che paura.

Adesso che l'uomo ha navigato su tutti i mari e messo piede su tutte le terre emerse, cosa ci resta da scoprire?
Tanto, ci sono ancora tantissime sfide della conoscenza che ci aspettano, ci vuole coraggio per portarle avanti e anche fortuna.
Un esempio? Proprio nel Capo di San Vicente c'erano dei pannelli che descrivevano la storia dei navigatori, delle scoperte geografiche, delle guerre, delle conquiste. Erano pannelli montati negli anni '90.
Gli ultimi descrivevano quella che avrebbe potuto essere una rivoluzione energetica per il Portogallo (o per il mondo intero): svariati progetti sperimentali per ricavare energia dalle onde che si stagliano contro le scogliere. Progetti all'avanguardia provenienti da varie universitá del mondo.

Non sono stati trovati i fondi per costruire le infrastrutture.....
Quanti soldi spendono invece le multinazioni per costruire oleodotti che attraversano deserti? O impianti di estrazione in fondo al mare?

Ci vuole coraggio, fortuna e anche un po' di disperazione a questo mondo per portare avanti i cambiamenti.
Del resto anche Colombo scoprí l'America finanziato dai Re Cattolici che erano praticamente sul lastrico per colpa della Reconquista e delle guerre interne, e gli pagarono il viaggio solo nella speranza di trovare veramente le spezie e l'oro dell'India.

sabato 17 luglio 2010

Al mare a luglio ci son tutti....

...grassi e magri, belli e brutti.
Non ero mai stata a Rota (Cadice) in alta stagione. Siamo sempre andati ad aprile, maggio, inzio giugno e poi ottobre. Un paradiso, poca gente, spiaggia pulita.

Ieri, venerdi 16 luglio, io e Rafa eravamo un po' traumatizzati....tutti i tavoli occupati nei bar e ristoranti...la stradina principale del paese piena di gente e passeggini...la spiaggia affollata....anche se basta fare 300 metri verso la spiaggia libera per trovare di nuove pace e tranquillitá. Per fortuna!

Ieri sono andata a fare osservazione antropologica nella spiaggia principale del paese. Il nucleo base di molti gruppi era formato da: 2 ombrelloni vicini (uno dei gelati Algida e l'altro della Coca Cola, regolarmente rubati a qualche bar), 3 frigo portatili, 1 o 2 nonne/zie grasse di almeno 70 anni che restano sempre sedute sotto l'ombrellone e sono le responsabili della gestione del cibo preparato e della sua distribuzione, genitori sull'orlo di una crisi di nervi (lei occhialone da sole che copre gli occhi stanchi che sorveglia i bambini mentre spettegola con la vicina d'ombrellone che guarda caso è anche la sua vicina di casa) (lui pancetta da birra e lattina di birra in mano, parla della vittoria della Spagna ai mondiali con il marito della vicina d'ombrellone nonché di casa), bambini unti di crema solare e urlanti che uniscono in vere e proprie gang disturbando la quiete pubblica.

Leggero menú estivo sotto l'ombrellone alle 14.30: da bere birra per gli adulti e Coca Cola per i bambini. Da mangiare cotolette di pollo, crocchette di prosciutto, patate fritte, torta salata al tonno e peperoni, tortilla di patate, formaggio e jamón! Olé! Olé! Olé!

martedì 13 luglio 2010

L'autostrada del sud.

"L'autostrada del sud" è un racconto di Julio Cortazar. Ed è un racconto speciale, che parla di tutti noi, di come ci comportiamo nella frenetica routine quotidiana, di come cambiamo in circostanze avverse, di come apparentemente miglioriamo per poi ripiombare nei nostri quotidiani clichés, nella nostra quotidiana solitudine e noia.

Immaginate, tornando dal mare, di restare intrappolati in un mega ingorgo in autostrada una domenica alle 4 del pomeriggio, sotto il sole cocente, senza aria condizionata, a qualche ora da Parigi. Passano ore, la prima notte, un giorno, due giorni...è una situazione surreale!
È un racconto che si legge in venti minuti, un libretto carino, una deliziosa edizione che ho pensato di spedire per posta alla mia famiglia qualche settimana fa.

Al postino che l'ha rubato, recapitando la busta vuota nella buchetta delle lettere, mi auguro che il racconto gli sia piaciuto.

Mi piace immaginare che sia capitato fra le mani di una persona sola, annoiata e apatica, che l'ha rubato per sentire una piccola emozione, una trasgressione ribelle, e che poi a provato a leggerlo ma cazzo è in spagnolo...

Cosa succederá a questo libretto? Il ladro l'avrá gettato nella spazzatura? Avrá deciso di trovare la traduzione in italiano o comincerá a studiare spagnolo? L'avrá regalato?

Nella peggiore delle ipotesi il libro non l'ha rubato nessuno, si è solo mediocremente perso ed è in chissa quale angolo o scatola, dimenticato. In questo caso, povero libro perso. Meglio rubato che perso.