martedì 15 giugno 2010

I mondiali in Sudafrica.

Nonostante gli sforzi della passata gestione di Nelson Mandela, in Sudafrica i piú poveri e piú esclusi socialmente continuano ad essere i neri. E il razzismo è sempre piú in auge.
Spero che questi mondiali contribuiscano a che si parli di piú di questa nazione, spero che non ci si limiti solo a guardare e commentare le partite.
Almeno i mondiali serviranno a informare MOLTE persone dell'esistenza della Repubblica Sudafricana, e magari sentendo la parola "apartheid" qua e lá, a qualcuno gli verrá voglia di andare su wikipedia a vedere cosa significa.

Passando a questioni molto piú triviali, il mio dilemma quest'anno è per chi tifare.
Visto che l'ultimo mondiale l'ha vinto l'Italia, tendenzialmente sono piu propensa a tifare per la Spagna, mi sembra che abbia una gran squadra e poi dai, non ha mai vinto un modiale!!!

In piú l'inno nazionale spagnolo non ha testo, è solo musica, e questo evita inutili polemiche (se si canta ironicamente, se il giocatore non sa le parole, se tutti dovrebero saperlo a memoria per legge...che cazzate!)

Comunque vada, chiunque vinca, l'importante è che sia un'occasione per divertirsi vedendo uomini con i pantaloni corti e magliette di tutti i colori correre dietro a una palla, mentre tutto il mondo (o quasi) li sta a guardare.

lunedì 14 giugno 2010

Luce dorata.

In questi ultimi dieci giorni sembrava piú un clima da Parigi che da Siviglia.
Vento fresco, a raffiche anche freddo, nubi cariche di pioggia che lasciavano all'improvviso spazi aperti al blu intenso e una luce dorata si rifletteva sui palazzi.
Oggi sul ponte di Triana il tramonto era spettacolare. Vi ho incontrato anche un gatto color vaniglia che mi ha salutato con un allegro miao.

Poi dalla Giralda si vedeva anche l'arcobaleno.
Che bello.
Mi godo lo spettacolo tranquillamente, perché la mamma è tornata a casa.

giovedì 3 giugno 2010

Le fetide scarpe.

I soldi fanno schifo.
Non lo dico in senso metaforico.
Pensa: quanta gente ha toccato questa banconota da 10 euro che hai fra le mani?

Appunto. Se ci pensi fa un po' schifo.
In piú, pensa che il 70% dei clienti Fnac è composto da giovani fra i 15 e i 30, e sembra che questa fascia di popolazione (sopratutto quella maschile) non abbia mai sentito parlare del portafogli.

Arrivano alla cassa con le banconote arrotolate, spiegazzate, ripiegate come se fossero origami, le tirano fuori dal profondo delle loro tasche, a volte assieme a un fazzoletto di carta usato.
In piú adesso che fa caldo è ancora peggio, perché da quelle tasche accaldate escono banconote mollicce, calde e umide. Dovreste vedere la mia faccia di rimprovero quando un ragazzino mi porge una di queste banconote, l' afferro con la punta delle dita, faccio una smorfia di schifo e lui mi sorride e fa spallucce.

Ma il peggio mi è successo ieri.
Ero nella sezione dove si vendono solo i biglietti per i concerti. C'è un cartello enorme con scritto: "i biglietti dei concerti si pagano SOLO IN CONTANTI".
Arrivano due ragazzetti per comprare un biglietto che costa 20 euro. Ovviamente l'interessato non ha letto il cartello, non puó pagare con il bancomat ed ha solo 15 euro in contanti. C'è una fila lunghissima e lui non vuole perdere il suo turno, quindi fa quello che noi tutti faremmo: chiede al suo amico se ha 5 euro da prestargli.
A quel punto l'amico cosa fa? Si toglie una scarpa da ginnastica fetida, l'appoggia sul bancone davanti a me, estrae la suola puzzolente e si mette a cercare i suoi soldi dentro la scarpa.
DENTRO LA SCARPAAAAAAAAAA!!!!!!
Io stavo pregando dentro di me: Dio fai che non abbia 5 euro.....

Ma li aveva.
Tutto contento mi porge 5 euro fetidi e sudaticci (ieri a Siviglia siamo arrivati ai 41º gradi) estratti dalla sua fetida scarpa usata a modo di portafoglio.

Adesso mi manca solo che un cliente tiri fuori i soldi direttamente dalle mutande e poi siamo a posto.

martedì 1 giugno 2010

Pensando al futuro......

Continuano le fantastiche offerte di lavoro della Junta de Andalucía:
- Pastore (non di anime ma di pecore)
- Capitano di nave mercantile
- Orologiaio
- Tagliatore a mano di prosciutto (quest'offerta non manca mai, dovrei farci veramente un pensierino, se non fosse che il lavoro consiste sempre nell' avere fra mani una zampa pelosa di maiale stagionato. Si, perché qua in Spagna il prosciutto mica si affetta con la macchina, eh no, lo tagli a mano con un coltello super affilato e afferrando con l'altra mano l'estremitá della zampa pelosa del maiale, eh!)
- Insegnante di danza classica (il mese scorso cercavano un ballerino)
- Macellaio/Disossatore per macello (piuttosto prefersico fare la guardiana di un cimitero)
- Portatore di mazze da golf (questa è fantastica per intortarsi qualche riccone)

I libri che salvano la vita.

A questo punto poteva "salvarmi la vita" solo uno scrittore sudamericano.

Avevo giá letto i suoi racconti, e mi ricordo quanto mi fossero piaciuti.
E la settimana scorsa, Raquel, prima di trasferirsi da Siviglia a Barcellona, mi consiglió di leggere "La consacrazione della primavera" di Alejo Carpentier.

Io vagavo persa per la pianta di libri della Fnac in cerca di uno di quei libri che ti rapiscono completamente. Avevo deciso di comprare "I versetti satanici" di Salman Rushdie perché erano anni che tentavo di averlo fra le mani , ma si vede che il suo momento non era ancora giunto. L'intervento d Raquel nella mia scelta fu provvidenziale.

Perché se devo scegliere tra un indiano postcolonialista e uno scrittore dei massimi esponenti del realismo magico, con padre francese, madre russa ma vissuto a Cuba, non posso evitarlo e scelgo l'ultimo.

Che sollievo, che empatia con ció che ha scritto, che ammirazione per la sua visione del mondo e della storia, che profonditá dei personaggi, che descrizioni, che... tutto!

Gente mia: i buoni libri, l'amore, gli amici, la famiglia, i gatti , i bei film, la musica, queste sono le vere cose reali per me, perché sono quelle che ci fanno sentire vivi e che ci fanno sopportare la dimensione quotidiana della sofferenza.

Questa sofferenza quotidiana e inevitabile che si incarna in vari modi, che ci sembra insopportabile, che non ci permette relativizzare e godere delle cose positive che ci circondano. I pochi soldi o il poco tempo, l'affitto da pagare, il ritmo frenetico, le ore perse in macchina, il lavoro frustrante, le persone odiose..... almeno per queste sofferenze quotidiane io so che c'è rimedio.

Ovviamente so che un buon libro non serve a chi ha una persona cara malata di tumore, o a chi soffre la fame, o a chi attraversa un deserto a piedi o un mare in gommone per poi dare fazzoletti ai semafori. Ma leggere un buon libro mi riconnette anche con loro, anche solo durante l'attimo di un pensiero.

Leggete qualsiasi cosa di Alejo Carpentier, sono sicura che piacerá anche a voi.