martedì 29 gennaio 2008

Non viviamo nella societá dell'abbondanza, bensí nella societá della scarsezza.

L'economia capitalista di mercato ha bisogno di ampliarsi continuamente per poter sopravvivere e deve aumentare costantemente la produttivitá. Questo fa si che l'individuo sia esposto a una incessante offerta di beni di consumo che appaiono illimitati, una vetrina sfavillante di prodotti che ci vengono offerti senza sosta.

Ma la capacitá di acquisto di questi beni illimitati è invece molto limitata perché dipende dal nostro potere d'acquisto, cioé dal denaro che possediamo.

Quindi la sensazione che abbiamo in questo mondo capitalista è di perenne scarsezza, nel senso che non potremo mai ottenere ció che la societá ci offre e questo attiva un meccanismo perverso di frustrazone che ci spinge a produrre sempre di piu o a lavorare di piú per ottenere piú soldi e consumare per poter consumare il piú possibile e placare questa sensazione di scarsezza.

Al contrario, nelle societá con una produzione limitata di beni il sentimento è quello di un equilibrio necessario che provoca la sensazione di soddisfazione permanente.

Il paradosso è quindi che la logica della scarsezza governa la societá che si puó denominare "dell'abbondanza" mentre la logica dell'abbondanza governa una societá che si regge su una produzione limitata, una societá della scarsezza.

Marshal Sahlins, 1972.

martedì 15 gennaio 2008

DE PRONUNCIAZIONIS (ovvero SULLA PRONUNCIA)

Adesso non voglio certo fare la ragazza colta che sa le lingue, perché io riconosco di essere la prima a scazzare la pronuncia di svariate parole....ma dico io, un minimo di dignitá se sei un professore universitaro ce la devi avere....e non si tratta di un prof in concreto, ma di svariati...per non parlare degli strafalcioni che ho sentito dai compagni di classe.... Vi faccio alcuni esempi.....

Pierre Bourdieu:
-Piter Burdié
- Pier Bordó (confondendolo con Bourdeax, il colore o il vino o la cittá, come preferite)
- Pier Burdier
- Pier Bordor

Marvin Harris:
- Marvin Jarris ( la jota gutturale con sputacchio invece che l'acca aspirata) Nota bene: questo fenomeno è diffuso anche nella pronuncia di Harry Potter che diventa Jarri Poter.
- Mervin Jarris

Evans-Pritchard:
-Iuan Picciar
- Evan-Piccia

lunedì 14 gennaio 2008

Frangetta, addio. È iniziata la stagione delle piogge.

Ho detto basta.
Sono comunque soddisfatta.
Ho gia fatto dei passi avanti, non devo piú dimostrare niente ai miei capelli.

Di cosa sto parlando?
Beh, della mia frangetta.

Ricapitolando:
FRANGETTA NUMBER 1: alle medie, 11,12,13 anni. Per imitare Brenda Walsh di Beverly Hills.
Un disastro. Le secrezioni sebacee ormonali tipiche dell'adolescenza, oltre a provocare i brufoli, rendevano i miei capelli abbastanza untuosi da fare in modo che la frangetta mi stesse esattamente come il culo. Senza contare che avevo anche l'apparecchio e mi vestivo di merda.

FRANGETTA NUMBER 2: biennio delle superiori. Fase epica ed universalmente conosciuta come fase "Claudia fungo atomico" o meglio ancora "Claudia testa a cappella" (grazie alla creativitá di Patrick Ercolani). La frangia è accompagnata da un taglio stile francescano che tenta di essere un caschetto alla moda (anticipando i tempi di Amelie Poulain). Il mondo non era ancora pronto per un simile progesso nello stile e quindi il taglio non venne compreso.

FRANGETTA NUMBER 3: a Siviglia, 25 anni. Taglio e tinta casalinghi. Un miracolo: il 90% dei giudizi è positivo! Un successo!

Il problema adesso è l'umidita': a Cancun avevo giá visto che l'umiditá non era proprio il massimo per la mia frangetta ma adesso che a Siviglia è iniziata la stagione delle piogge, beh.....non sono certo disposta a andare in giro con una salsiccia nera arrotolata sulla fronte!

E quindi, pettine, riga da una parte e frangetta sul lato sinistro. Lo devo cosiderare come un passo avanti o un passo indietro?

venerdì 11 gennaio 2008

La mia italiana preferita se ne va.....


Dopo l'abbandono di Angelo La Torre (che adesso è il re di Cordoba), se ne va anche la mia italiana preferita: Grazia de Vincenzi, mondialmente conosciuta come Grace.


Mia cara Grace, grazie per avermi allietato tediose giornate al C.C.I, grazie per avermi fatto ridere in mille occasioni ( ma la migliore è stata " en alemán, yo soy p.....", un momento che entrerá negli annali).


So che il rientro non sará facile, ma non mi preoccupo perche' ti vedo giá lanciatissima verso nuove mete (sempre obiettivi iberici, of course!).


Mi mancherai tantissimo ma so che ci vedremo presto, e poi sai che a Siviglia hai sempre un letto e una doccia calda in calle Zaragoza n. 9.


Un abbraccio!


martedì 8 gennaio 2008

George e la Loria a Venezia

Per far viaggiare George e la Loria bisogna metterli spalle al muro.
Ma in realtá quando viaggiano, poi si divertono e sono piú contenti.

Ma poi tornano a casa e con la scusa della Puccia fanno fatica a smuoversi.


Mi trasferiró in Cina.
La Silvia e Luca si trasferiranno in Patagonia.
La Puccia andrá con i monaci e le tigri in Tibet e sará il primo Dalai Lama felino.


Saranno costretti a venirci a trovare!!!!
Intanto potete ammirarli a Venezia:



DELIRIO ANTROPOLOGICO

Vorrei augurare a tutti quanti un 2008 prospero e sereno.


Ma vorrei anche condividere con voi le inaffrontabili perle di saggezza che dispensa Pierre Bourdieu (vedi foto) e che sono costretta non solo a memorizzare ma anche a capire prima del 19 gennaio:


" Oggettivare il soggetto dell'oggettivazione attraverso la riflessivitá è l'unico modo per uscire dalla contraddizione che consiste nel rivendicare la critica relativizzante e il relativismo nel caso delle altre scienze, senza per questo rinunciare a una epistemologia realista. Intesa come il mezzo mediante il cui la scienza sociale, definendo se stessa come oggetto, si serve delle sue proprie armi per capirsi e autocontrollarsi, è un mezzo per rafforzare le possibilitá di accedere a una conoscenza oggettiva."

" E quindi una domanda veramente sociologica riguardo a operazioni di codificazione dovrebbe sforzarsi di oggettivare le tassonomie che realizzano i codificatori, le quali potrebbero appartenere all'incosciente antropologico comune."


E io che pensavo che dopo la functional grammar tutto mi sarebbe apparso cosi semplice....